prova openx
lunedì 30 maggio 2011
In ogni società in cui le persone abbiano tentato di creare un ordine ben preciso, uno dei problemi più grandi è sempre stato quello di stabilire secondo quali principi andavano a formarsi le famiglie, cioè, quegl'insiemi di persone che condividevano un rapporto di parentela e dei precisi diritti e doveri gli uni con gli altri. Ecco che, in un dato momento, il matrimonio si è fatto avanti come forma di regolarizzazione della formazione delle nuove famiglie, in cui, in realtà, non era certo la volontà dei due futuri sposi a trovare libera manifestazione: sì, perché il ruolo delle due rispettive famiglie di appartenenza, era poi quello di giungere alla creazione di una nuova famiglia sulla base di precisi interessi e di volontà dei capifamiglia. In sostanza, attraverso il matrimonio si modificavano o si confermavano determinati equilibri di interessi e di volontà tra famiglie differenti, in una logica che andava anche a creare degli effetti nella società, modificando relazioni ed addirittura alleanze, a seconda di quanto le famiglie potevano avere influenza sul resto della società. A differenza del fidanzamento, che durante il trascorrere dei secoli ha subito notevoli trasformazioni fino a giungere allo status attuale di promessa non vincolante, il matrimonio, pur prevedendo la libertà di scelta del partner e il diritto a creare una famiglia in modo libero, mantiene determinate caratteristiche di tutela dell'unione delle due persone, pur assicurando pari diritti e doveri e non contemplando più un rapporto di subordinazione tra i due sposi.